Gli abitanti di questa parte meridionale dell’Umbria, tra Terni, Amelia e Orvieto – detta Amerino – sostengono da sempre che le loro fave – la fava cottòra, Presidio Slow Food – si cucinano e si digeriscono più facilmente di ogni altre.
I terreni argillosi che caratterizzano i rilievi più bassi sono praticamente privi di calcare attivo, e questo permette di cuocere le fave senza doverle decorticare in precedenza. La fava cottòra, chiamata così proprio per la caratteristica di cuocere bene e in fretta, non è una varietà qualsiasi, ma un ecotipo selezionato di generazione in generazione dagli abitanti del posto.
Ogni famiglia dell’Amerino, e in particolare di tre piccole frazioni, Frattuccia nel comune di Guardea, Collicello nel comune di Amelia e Castel Dell’Aquila nel comune di Montecastrilli ha riprodotto i semi, permettendo a questo legume di adattarsi e legarsi fortemente al territorio sviluppando anche una notevole resistenza alle avversità locali. La chiamano anche mezza fava, per le sue piccole dimensioni, e sono solite coltivarla ancora manualmente o con l’aiuto di pochi mezzi meccanici.
Ascoltiamo Come si fa? dalle parole di Alessandro Ronca, fondatore del parco delle energie rinnovabili e agricoltore presso il Cerralto di Daniela Passagrilli.
I Come si fa? sono un nuovo format di Terra Madre Salone del Gusto. Sono accessibili gratuitamente su questo sito: collegati a questo stesso link per vedere questo come si fa quando verrà pubblicato. Questo Come si fa? è realizzato da Regione Umbria Programma di Sviluppo Rurale.
Altre informazioni
Lingue dell'evento: IT, EN
Evento online